Il nostro corpo è colonizzato da un numero enorme di microrganismi sia a livello epidermico che internamente, come nel caso del tratto gastrointestinale. Per dare un’idea della numerosità di questi microrganismi nell’organismo umano, basti pensare che il loro peso ammonta a circa 1 kg del peso totale di un individuo, e il loro numero supera di 10 volte quello delle cellule umane (1).
Nonostante i microrganismi siano spesso percepiti come nocivi, negli ultimi anni, si è instaurata una maggior consapevolezza su quanto questa affermazione non sia del tutto corretta. Il microbiota, in condizioni di buona salute, non solo colonizza il nostro organismo ma la sua relazione con il nostro corpo è simbiotica e benefica (2).
Questo anche perché il corretto funzionamento dell’organismo dipende dal buon funzionamento dei microrganismi che lo popolano, e viceversa (1).
Cos’è il microbiota intestinale
Il microbiota intestinale è un insieme complesso costituito da comunità microbiche, cioè un insieme di microrganismi di differente natura, che vivono nel tratto gastrointestinale dell’essere umano. In quest’area si concentra la popolazione microbica più ampia e diversificata, rispetto alle altre parti del corpo: sono infatti presenti più di 1500 specie racchiuse in più di 50 phyla (famiglie) differenti (3).
Il microbiota intestinale “nasce” con noi, in quanto si sviluppa già nel periodo di gestazione, e si modifica nel corso della vita in base a diversi fattori, come la dieta, lo stile di vita, lo stress o l’eventuale assunzione di farmaci (4;5).
Qual è il ruolo del microbiota intestinale
Il microbiota intestinale svolge numerose funzioni a supporto del corretto funzionamento del nostro organismo e tra le più note vi è il supporto del sistema immunitario, poiché forma una barriera protettiva contro eventuali fattori esterni potenzialmente dannosi.
La flora microbica intestinale, infatti, quando in equilibrio, contribuisce al corretto funzionamento intestinale e gioca un ruolo fondamentale nei processi metabolici, influenzando la struttura e la funzione del sistema immunitario gastrointestinale (3;6).
Oltre a ciò, grazie ai progressi nella ricerca scientifica, è emerso anche come il microbiota intestinale abbia un ruolo non marginale sulla salute cerebrale e le funzioni cognitive: è capace di sintetizzare neurotrasmettitori e ormoni come, ad esempio, la melatonina, che interviene nella regolazione del ciclo sonno-veglia da cui può dipendere una condizione o meno di benessere psicofisico.
Inoltre, il sistema nervoso autonomo dell’intestino (che ha portato alla definizione dell’intestino come “secondo cervello”) comunica intensamente con il sistema nervoso centrale grazie all’asse intestino-cervello (gut-brain axis), un sistema di comunicazione bidirezionale che si articola lungo vie umorali e neurali ed è influenzato dalla composizione del microbiota stesso, a riconferma del ruolo di quest’ultimo anche sul benessere psichico (e viceversa) (7). Ad esempio, è interessante notare il rapporto reciproco che si instaura tra composizione del microbiota e stress, già a partire dal periodo prenatale: i fattori di stress psicologico, infatti, possono modificare la comunità microbica intestinale e queste perturbazioni possono provocare deficit comportamentali e un’alterata funzione immunitaria. Analogamente allo stress precoce, è stato dimostrato che anche lo stress sociale influisce sul microbiota riducendo la diversità microbica, con una diminuzione dell'abbondanza relativa di batteri benefici e un aumento di quelli potenzialmente patogeni (8).
Microrganismi buoni e cattivi: perché è un equilibrio fondamentale
Perché il microbiota partecipi al mantenimento di un buono stato di salute è dunque necessario che nello stesso vi sia una corretta proporzione tra microrganismi “buoni” (benefici) e “cattivi” (patogeni). Infatti, solo quando i primi sono numericamente superiori ai secondi si possono avere gli effetti positivi descritti in precedenza. Nei casi in cui la proporzione propenda per una maggior presenza di microrganismi patogeni, invece, si può andare incontro a una condizione definita disbiosi e solo attraverso la cura del proprio corpo è possibile ristabilire la condizione di equilibrio del microbiota definita eubiosi (9). Quest’ultima, si riferisce proprio a una situazione di equilibrio quantitativo e qualitativo delle specie componenti il microbiota intestinale e si instaura quando queste interagiscono tra di loro e con l’organismo ospite per il mantenimento di una condizione di stabilità corporea, definita omeostasi. La disbiosi, al contrario, viene definita come la modificazione qualitativa e/o quantitativa della comunità microbica intestinale con conseguente alterazione dei meccanismi funzionali ad essa legati (10).
Come cambia il microbiota intestinale e da cosa può essere influenzato
Il microbiota intestinale è soggetto a continue variazioni ed è influenzato da diversi fattori. Basti pensare che una prima differenza può essere notata nel neonato già al momento del parto. Attraverso quest’ultimo, infatti, il neonato entra in contatto con il mondo esterno e con il microbiota materno, che differirà a seconda del parto, naturale o cesareo. I bambini nati con parto naturale acquisteranno un microbiota caratterizzato dai batteri della flora vaginale materna mentre quelli nati tramite cesareo acquisiranno una parte dei batteri presenti sulla cute della madre (5). Anche durante il periodo dell’allattamento, il microbiota può variare, a seconda che il neonato venga allattato al seno o venga alimentato tramite latti in formula (4).
Dopo l’infanzia, il microbiota intestinale continua a svilupparsi e la dieta diventa uno dei fattori determinanti per la sua composizione, sia in positivo che in negativo (3). Ad esempio, il consumo giornaliero di alimenti ricchi in fibra, ad azione prebiotica (azione che favorisce la crescita di microrganismi salutari), contribuisce all’equilibrio della flora intestinale. Al contrario, regimi dietetici sbilanciati e abitudini alimentari scorrette, caratterizzate, per esempio, da un consumo elevato di carne rossa, grassi saturi e zuccheri semplici, favoriscono la crescita dei “batteri cattivi” e impoveriscono la diversità microbica presente nell’intestino (1).
Integratori alimentari a base di probiotici: alleati dell’eubiosi intestinale
Tra i metodi che possono essere adottati per favorire una condizione di equilibrio del microbiota, il ricorso ad integratori alimentari probiotici è una valida strategia.
I probiotici, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono definiti come microrganismi vivi che, somministrati in dosi adeguate, possono avere un effetto benefico per la persona.
Per poter essere utilizzati negli integratori alimentari, inoltre, questi microrganismi devono rispettare specifici requisiti di sicurezza. Si evidenzia così cura e attenzione dal mondo della ricerca per la salute dei consumatori:
- devono essere usati tradizionalmente per integrare la microflora (microbiota) intestinale dell’essere umano;
- devono essere considerati sicuri per l’impiego nell’essere umano, tant’è che l’EFSA ha fornito proprio dei criteri sullo stato di “QPS” (Presunzione Qualificata di Sicurezza) tra cui l’impossibilità di utilizzo nel caso in cui gli stessi siano portatori di antibiotico-resistenza;
- devono essere attivi a livello intestinale in quantità tale da moltiplicarsi in tale sede. In altre parole, affinché i probiotici possano effettivamente svolgere la funzione per cui vengono impiegati, ovvero favorire l’equilibrio della flora intestinale, devono essere presenti in quantità minima sufficiente da ottenere una temporanea colonizzazione intestinale (12).
Perché Equilibra® Probio 8 miliardi?
Equilibra® Probio 8 miliardi è un integratore alimentare a base di ben 5 ceppi di fermenti lattici che favoriscono l’equilibrio della flora intestinale: Lactobacillus paracasei (Lpc-37), Lactobacillus rhamnosus (SP1), Lactobacillus acidophilus (La-14), Streptococcus thermophilus e Lactobacillus plantarum (14D).
La preparazione probiotica multi-ceppo e multiproprietà è accompagnata dalla presenza di preziosi micronutrienti o, più specificatamente, vitamine per il benessere del nostro organismo: la niacina e la vitamina D3.
Il sinergico lavoro di fermenti lattici e vitamine consente a Probio 8 miliardi di vantare così una triplice azione:
- i 5 ceppi selezionati di fermenti lattici vivi contribuiscono all’equilibrio del microbiota e aiutano così a mantenere una condizione eubiotica necessaria al benessere dell’organismo;
- la niacina contribuisce al mantenimento delle membrane mucosali normali, tra cui quella dell’intestino. Questa funzione è condivisa anche con la flora batterica intestinale in condizioni di eubiosi, dove la prevalenza di batteri benefici consente la formazione di un muco protettivo che aderisce alle mucose rafforzando la barriera naturale delle pareti intestinali e producendo sostanze antimicrobiche che limitano l’adesione dei patogeni all’epitelio;
- la vitamina D, infine, contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario, il quale è strettamente connesso all’equilibrio del microbiota sin dalla nascita e con cui ha un rapporto di reciprocità.
Per una sua azione ottimale, si consiglia di consumare 1 flaconcino di Probio 8 miliardi al giorno, preferibilmente a stomaco vuoto. Nel caso di assunzione di antibiotici si consiglia di assumerlo a distanza di almeno 3 ore dall’antibiotico.
Bibliografia
- Bibbò, S., Ianiro, G., Giorgio, V., Scaldaferri, F., Masucci, L., Gasbarrini, A., & Cammarota, G. (2016). The role of diet on gut microbiota composition. Eur Rev Med Pharmacol Sci, 20(22), 4742-4749.
- Macpherson, A. J. (2018). Do the microbiota influence vaccines and protective immunity to pathogens? Issues of sovereignty, federalism, and points-testing in the prokaryotic and eukaryotic spaces of the host-microbial superorganism. Cold Spring Harbor perspectives in biology, 10(2), a029363.
- Gomaa, E. Z. (2020). Human gut microbiota/microbiome in health and diseases: a review. Antonie Van Leeuwenhoek, 113(12), 2019-2040.
- Boudry, G., Charton, E., Huerou-Luron, L., Ferret-Bernard, S., Le Gall, S., Even, S., & Blat, S. (2021). The relationship between breast milk components and the infant gut microbiota. Frontiers in nutrition, 8, 87.
- Chong, C. Y. L., Bloomfield, F. H., & O’Sullivan, J. M. (2018). Factors affecting gastrointestinal microbiome development in neonates. Nutrients, 10(3), 274.
- Jandhyala, S. M., Talukdar, R., Subramanyam, C., Vuyyuru, H., Sasikala, M., & Reddy, D. N. (2015). Role of the normal gut microbiota. World journal of gastroenterology: WJG, 21(29), 8787.
- Bear, T., Dalziel, J., Coad, J., Roy, N., Butts, C., & Gopal, P. (2021). The microbiome-gut-brain axis and resilience to developing anxiety or depression under stress. Microorganisms, 9(4), 723.
- Molina-Torres, G., Rodriguez-Arrastia, M., Roman, P., Sanchez-Labraca, N., & Cardona, D. (2019). Stress and the gut microbiota-brain axis. Behavioural pharmacology, 30(2), 187-200.
- de Vos, W. M., Tilg, H., Van Hul, M., & Cani, P. D. (2022). Gut microbiome and health: Mechanistic insights. Gut, 71(5), 1020-1032.
- Iebba, V., Totino, V., Gagliardi, A., Santangelo, F., Cacciotti, F., Trancassini, M., ... & Schippa, S. (2016). Eubiosis and dysbiosis: the two sides of the microbiota. New Microbiol, 39(1), 1-12.
- Bordalo Tonucci, L., Dos Santos, K. M. O., De Luces Fortes Ferreira, C. L., Ribeiro, S. M. R., De Oliveira, L. L., & Martino, H. S. D. (2017). Gut microbiota and probiotics: focus on diabetes mellitus. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 57(11), 2296-2309.
- Ministero della salute (2018). LINEE GUIDA SU PROBIOTICI E PREBIOTICI. DIREZIONE GENERALE PER L’IGIENE E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE - UFFICIO 4.