La vitamina B12 è una vitamina fondamentale per numerosi processi biologici e la sua carenza è più diffusa di quanto si pensi. Infatti, si stima che circa una persona over 65 su 10 sia a rischio di carenza di vitamina B12, una percentuale che cresce con l’avanzare dell’età fino a superare il 40% tra gli anziani istituzionalizzati, con possibili implicazioni sul sistema nervoso, sulla produzione di globuli rossi e sulla funzione cognitiva [1].
Ma a cosa serve la vitamina B12?
La vitamina B12, o cobalamina, è una vitamina idrosolubile che svolge ruoli biologici fondamentali in diversi processi fisiologici: partecipa al metabolismo energetico, contribuendo alla produzione di ATP attraverso la conversione di nutrienti chiave e in sinergia con i folati, partecipa alla sintesi del DNA e alla formazione dei globuli rossi [2] [3].
Inoltre, la vitamina B12 è coinvolta nella regolazione dei livelli di omocisteina, un amminoacido solforato il cui accumulo può aumentare il rischio cardiovascolare e trombotico [2].
Il ruolo della B12 si estende infine anche al sistema nervoso e al mantenimento della normale funzione psicologica [2].
In quali alimenti si trova?
La vitamina B12 non può essere sintetizzata dall’organismo umano e deve quindi essere introdotta attraverso la dieta, principalmente tramite alimenti di origine animale come carne, pesce, uova e latticini [2] [4]. La maggior parte degli alimenti vegetali non contiene quantità significative di B12, per questo motivo chi segue uno stile alimentare vegetariano o vegano potrebbe andare più facilmente incontro a carenza e dovrebbe quindi ricorrere all’integrazione attraverso integratori alimentari o alimenti fortificati [4].
Assorbimento e biodisponibilità: quando valutarne l’integrazione?
La vitamina B12 viene assorbita attraverso un meccanismo complesso che coinvolge l’estrazione della vitamina dagli alimenti da parte dell’acido gastrico, il legame con il fattore intrinseco prodotto dalle cellule parietali dello stomaco e il trasporto fino ad un tratto dell’intestino detto ileo terminale, dove avviene l’assorbimento [5] [3].
L’assorbimento della vitamina B12 dipende dalla fonte alimentare e dalla forma nella quale è presente e varia dal 50% circa con gli alimenti fino all’85% con gli integratori e gli alimenti fortificati [2]. Anche la modalità di preparazione degli alimenti influisce sulla biodisponibilità che diminuisce quando sono presenti macromolecole come proteine e amidi a cui questa vitamina può essere legata [2].
I principali casi in cui si può rischiare una carenza sono quindi legati a malassorbimento, età avanzata e fumo o in caso diete vegetariane o vegane in cui l’assunzione di alimenti di origine animale è parzialmente o del tutto assente [2].
Vitamina B12 nella salute cardiovascolare
L’omocisteina è un amminoacido solforato che deriva dal metabolismo della metionina, un amminoacido essenziale introdotto con la dieta. In condizioni fisiologiche, l’organismo mantiene i livelli di omocisteina entro un intervallo normale grazie all’azione di tre vitamine del gruppo B: folati, vitamina B6 e vitamina B12 [2].
Quando queste vitamine sono carenti, per dieta inadeguata, malassorbimento intestinale, abuso di alcol, uso prolungato di alcuni farmaci o a causa dell’invecchiamento, l’omocisteina tende ad accumularsi nel sangue, dando origine a una condizione nota come iperomocisteinemia, associata a un maggiore rischio cardiovascolare [2].
Per questo motivo, la vitamina B12 svolge un ruolo importante non solo nel metabolismo energetico e nella sintesi dei globuli rossi, ma anche nella prevenzione dell’iperomocisteinemia e delle complicanze cardiovascolari ad essa associate.
Di quanta vitamina B12 abbiamo bisogno?
L’apporto adeguato di vitamina B12 per gli adulti è generalmente di 4 µg al giorno, con un leggero incremento nelle donne in gravidanza, che necessitano di 4,5 µg al giorno, e nelle donne in allattamento, per le quali il fabbisogno sale a 5 µg al giorno, a causa del maggiore fabbisogno metabolico e della necessità di trasferire la vitamina al feto o al neonato [2] [6].

La carenza di vitamina B12 può manifestarsi con una varietà di segnali legati a metabolismo ed energia; quando l’assunzione è insufficiente, infatti, si può andare incontro ad alterazioni gastrointestinali e del sistema immunitario [2] [3].
In conclusione, le persone più a rischio di carenza includono vegetariani e vegani che non ricorrono alla corretta integrazione, anziani con ridotta capacità di assorbire la vitamina, persone con patologie intestinali o interventi chirurgici su stomaco o intestino e chi assume farmaci che interferiscono con l’assorbimento [5] [7].
Se si pensa di rientrare tra i soggetti a rischio di carenza è opportuno parlare con il proprio medico che potrà decidere di valutare, tramite gli esami del sangue, il dosaggio sierico di vitamina B12 e in caso il livello non sia sufficiente, consigliarne l’integrazione.
Bibliografia
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NIQ, «Economia del Benessere - focus integratori alimentari». |
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N. F. Italia. |
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[3] |
Omar Ahmed Abdelwahab, et al.«Efficacy of different routes of vitamin B12 supplementation,» Irish Journal of Medical Science, p. 1621–1639, 2024. |
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[4] |
Žane Temova Rakuša, et al.«Vitamin B12 in Foods, Food Supplements, and Medicines-A Review of Its Role and Properties with a Focus on Its Stability,» Molecules, vol. 28, n. 240, pp. 1-30, 2023. |
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[5] |
Jean-Louis Guéant, et al. «Chapter Nine - Vitamin B12 absorption and malabsorption,» Vitamins and Hormones, vol. 119, pp. 241-274, 2022. |
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[6] |
Brahim El Hasbaoui, et al. «Vitamin B12 deficiency: case report and review of,» Pan African Medical Journal, 2021. |
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[7] |
Stefan Markun, et al. «Effects of Vitamin B12 Supplementation on Cognitive Function, Depressive Symptoms, and Fatigue: A Systematic Review, Meta-Analysis, and Meta-Regression,» Nutrients, vol. 13, 2021. |
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[8] |
Sávio Fernandes, et al. «Exploring Vitamin B12 Supplementation in the Vegan Population: A Scoping Review of the Evidence,» Nutrients, 2024. |

